Si parla da ormai oltre quattro-cinque mesi – secondo la mia percezione, potrebbe anche trattarsi di più tempo – di intelligenza artificiale. Sui social, sui giornali, nelle riunioni di lavoro e nelle conversazioni informali con clienti e conoscenti.

Cosa sono le intelligenze artificiali e come cambieranno il mondo del lavoro?

Rispetto alle testimonianze che ho raccolto, in questo momento, molte delle persone con cui ho parlato stanno semplicemente cercando di capire che cosa siano le IA; altri, più addentrati, ne stanno sperimentando le potenzialità; e altri, soprattutto per quello che ho potuto vedere in rete, si allarmano per le ripercussioni a breve, medio e lungo termine, dato che alcune delle più popolari IA hanno raggiunto un buon livello di maturità e riescono ad eseguire compiti che possono essere paragonati a quelli di professionisti in carne ed ossa. Secondo me, è vero che, a breve, le IA cambieranno il nostro modo di lavorare, probabilmente come ad esempio è successo con la rivoluzione industriale o con l’avvento dei personal computer. Un approfondimento rispetto a questa chiave di lettura si può trovare su in un interessante articolo dal titolo Futuro del lavoro con l’intelligenza artificiale: il punto sulle previsioni.

Il sentore è che nell’immediato, dando retta ad alcuni utenti informati che hanno largo spaio nei social, alcune persone possano essere convinte che le IA possono realmente già sostituire alcune figure professionali e che quindi smettano di rivolgersi a loro, preferendo una IA. Si parla di datori di lavoro, committenti e clienti.

Secondo le stime, l’intelligenza artificiale rivoluzionerà 8 professioni su 10 e, solo nel mondo della comunicazione aziendale, le professioni in “pericolo” sono tante. Nel mirino ci sono: copywriter, designer ed esperti SEO per citarne solo alcune delle figure lavorative che avranno vita difficile entro tre o cinque anni. Ma anche fotografi, media manager devono stare attenti, le IA stanno apprendendo molto velocemente e migliorano di giorno in giorno.

Ma è proprio vero che queste professioni avranno vita breve, o forse, invece, avranno semplicemente una vita più facile? Su questo argomento, segnalo anche questo articolo interessante, che sicuramente offre un punto di vista abbastanza veritiero: Intelligenza artificiale, è davvero la fine del lavoro? La sfida è sul filo delle competenze.

Cosa sono le intelligenze artificiali e come funzionano?

Per chi avesse avuto altro da fare, forse anche qualcosa di più interessante, negli scorsi mesi, riassumerò in poche parole cosa sono queste intelligenze artificiali, almeno secondo la mia visione, sperando di fare cosa gradita. In linea di principio, per intelligenza artificiale si intende un sistema digitale in grado di rispondere, in modo analogo a quello che farebbe un essere umano, ad un compito assegnato. Il compito viene assegnato scrivendo con un linguaggio naturale, simile a quello che useremmo con un amico per chiedergli di aiutarci in un compito: “puoi scrivere un brano di 500 parole sui vantaggi della comunicazione aziendale per una startup che si occupa di valorizzare la cucina italiana nel mondo”. L’Intelligenza artificiale scriverà per noi il testo richiesto rispettando il limite di parole richiesto. È possibile fare una prova utilizzando ad esempio ChatGPT, una IA di OpenAI, una azienda in partnership con Microsoft che offre anche un account gratuito per testare il suo prodotto.

La mia esperienza con le IA

Personalmente sto testando e utilizzando per attività minori, principalmente tre intelligenze artificiali: ChatGPT, Adobe Firefly e Adobe Podcast. Uso poi, all’interno di alcuni strumenti che tutti i giorni adopero per lavorare, alcune funzionalità basate su intelligenza artificiale, una su tutte, la possibilità di creare elementi (o togliere elementi) all’interno delle immagini fotografiche. Questa è una funzionalità molto potente e comoda introdotta da poco in Adobe Photoshop. Ad esempio, all’interno di una foto è sufficiente selezionare uno spazio sopra ad un tavolino per far generare all’IA un vaso con dei fiori con l’obiettivo di riempire uno spazio spoglio all’interno di un’immagine che abbiamo scattato.

In una agenzia di pubbliche relazioni in cui lavora una mia amica, stanno sperimentando alcuni modelli di IA, per vedere se possono essere in grado di semplificare il lavoro, snellirlo, per magari potersi occupare di cose più complesse, automatizzando alcune attività minori o su cui non ci sono risorse interne.

L’idea dei vertici dovrebbe essere quella di permettere alle risorse interne di snellire le attività marginali e potersi concentrare su progetti più interessanti per l’azienda.

Per la mia personale esperienza, quindi, il risparmio di tempo è ancora troppo poco.

Le IA per la programmazione

Ho stimato che in programmazione ChatGPT può far risparmiare un quarto d’ora rispetto alla scrittura di una funzione complessa e un po’ più di tempo, ad esempio, nella generazione di espressioni regolari, anche se non è in grado di vagliare accuratamente tutti gli scenari d’uso e ogni espressione regolare va testata approfonditamente. ChatGPT può anche essere molto utile per capire alcune procedure standard, che è in grado di razionalizzare ed elencare per punti. Poi si possono seguire i punti suggeriti dall’IA e implementare passo per passo i vari punti del processo. La generazione della procedura richiede veramente pochi istanti, ma il processo va seguito da vicino e verificato perché la funzione sviluppata sia sicura e adatta ad un ambiente di produzione.

Le IA per la generazione di testi

Per quanto riguarda, invece, la generazione di testi, ChatGPT è in grado di scrivere un testo, ma si tratta normalmente di un testo un po’ asettico, molto ben strutturato, ma manca di spunti creativi e non è così coinvolgente. C’è da dire che al momento uso la versione gratuita, magari chatGPT-4 è più avanzata.
Viene molto utile usare questa IA per editare i testi, creare abstract, riassunti, description ed estrarre parole chiave. Il lavoro va sempre ricontrollato, ma i tempi di generazione si riducono di un 20%.

Le IA per la generazione di immagini

Per quanto riguarda le immagini, invece, c’è ancora un po’ da fare. Adobe Firefly crea delle immagini che sono acerbe, le mani sono un problema, nella creazione di figure umane, lo standard di cinque dita non viene quasi mai rispettato. Ho provato, come prima cosa a sviluppare uno storyboard con Firefly, ma la maggior parte delle volte non c’è corrispondenza tra il prompt e il risultato finale. In un secondo caso, con l’aggiunta di nuove opzioni, sono riuscito a fare meglio con delle immagini per una presentazione, soprattutto perché ora è possibile fornire all’IA un’immagine da cui adattare lo stile di generazione e quindi le immagini sono più omogene dal punto di vista stilistico, ma non sempre sono utilizzabili. Diciamo che per i mockup a volte possono andare bene, se si è anche molto elastici e non ci sono altre possibilità, alcune immagini possono essere usate ad esempio per qualche presentazione, ma nulla di più.

Le IA per l’audio

Per l’audio, invece, Adobe Podcast lavora molto bene, riesce ad uniformare l’audio e a privarlo di suoni non desiderati, ma per un flusso di lavoro professionale, Adobe Audition è, secondo me, più specifico e riesce ad integrarsi meglio nel workflow di produzioni più ampie. Sicuramente, a breve inseriranno in Audition (magari proprio mentre scrivo) le funzionalità di Podcast per automatizzare il lavoro nell’ambiente desktop e non nel browser come avviene ora, dove bisogna caricare l’audio sui server Adobe per poi riscaricarlo.

Strumenti di IA nella suite Adobe

Gli strumenti di IA integrati in Adobe Photoshop, invece, permettono veramente di risparmiare tempo. Lo ho messo alla prova soprattutto con la rimozione di persone o oggetti dalle foto e il risparmio, in termini di tempo è veramente alto. In pochi istanti è possibile rimuovere qualsiasi oggetto da un’immagine, questa operazione, fatta a mano, può richiedere anche molte ore. La cosa veramente incredibile è che riesce anche a ricostruire gli sfondi in modo credibile.

Altre funzionalità basate su intelligenza artificiale sono inserite all’interno di tutta la suite Adobe: Adobe Illustrator, Adobe Premiere e altri programmi stanno ricevendo l’aggiunta di tanti tool basati su IA e poiché inseriti nel flusso di lavoro si rivelano molto interessanti, anche perché non puntano a sostituire l’essere umano, ma offrono uno strumento in più a chi il lavoro sa già farlo. Questa second me è la strada che va intrapresa e che andrebbe seguita con le IA.

Altre IA più specializzate

Esistono moltissime intelligenze artificiali specializzate e, sinceramente, non ho ancora avuto il tempo di provarle, anche perché, la maggior parte di quelle più interessanti, sono a pagamento e se ci si mette a pagare ogni intelligenza artificiale, alla fine ci si trova con abbonamenti mensili per parecchie centinaia di euro. Ad esempio, per la generazione di immagini, oltre a Adobe Firefly, ci sono Midjourney e DALL-E che promettono di essere anche migliori della controparte Adobe.
L’offerta, in tutti i campi, è ampia ed è sufficiente cercare su Google una intelligenza artificiale per provare a semplificare un determinato compito e quasi sicuramente se ne troveranno moltissime da provare.

Integrazione in altri software

Per quel che ho visto con i software Adobe e ho capito in relazione al mio modo di lavorare, la strategia migliore è quella di cercare di integrare le IA all’interno dei software che usiamo tutti i giorni. Bing ha integrato l’AI nel motore di ricerca, ma non mi pare che abbia ancora intaccato il predominio di Google. La stessa Google sta procedendo nella stessa direzione di Microsoft con Bing e software come Canva e Adobe Express integrano al loro interno delle IA per semplificare e avvicinare utenti non esperti al mondo del design – come poi riescano a trasformare la casalinga di Voghera in un provetto Designer, è tutta un’altra storia, ma la realtà è che ci stanno provando per allargare la base degli utenti –.
oZone iQ, lo strumento di Kenitte dedicato allo sviluppo del Business, dovrà sicuramente trovare il modo di integrare le IA nel suo flusso di lavoro, nell’ottica di aumentare il quoziente d'intelligenza dell’applicativo: gli scenari di utilizzo sicuramente e i margini di miglioramento ci sono e a breve cercherò di spiegare i piani dell’integrazione in un post dedicato sul blog di oZone, perciò, rimanete sintonizzati.

Conclusioni

L’argomento è complesso e solo con il tempo si saprà quanto le Intelligenze artificiali impatteranno sul lavoro di tutti gli esseri umani, quello che è certo, è che le intelligenze artificiali sono arrivate e dobbiamo cercare di sfruttarle a nostro vantaggio, anche cercando di capire come modificare il nostro lavoro per evitare che ci sostituiscano senza che ce ne accorgiamo. Le ripercussioni sono molteplici e le applicazioni vanno oltre quello che possiamo immaginare e la possibilità che le AI ci possano sostituire è reale, vale la pena vedere una clip di Marco Montemagno su TIkTok, che dovrebbe far capire molto bene a cosa possiamo andare incontro: lui ci scherza, ma la tecnologia che sta dietro alle IA, non scherza affatto.